martedì 29 agosto 2017

agosto 29, 2017

Qual è il valore dei libri? Roald Dahl e "Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra"

Buongiorno e buon inizio di settimana...in ritardo, come al solito. Si continua con le recensioni e non potrei essere più felice, perché significa che nelle ultime settimane ho letto e finito molti libri. Ne ho comprati altrettanti, questo è vero, ma sono dettagli trascurabili, no? La recensione di oggi ha come protagonista un libricino molto interessante e curioso sotto vari aspetti, che ho letto a fine luglio.
Buona lettura!

Autore:  Roald Dahl
Titolo: Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra (con Lo scrittore automatico)
Titolo originale: The Bookseller e The Great Automatic Grammatisator
Edizione: Guanda Tascabili 2016
Traduttore: Massimo Bocchiola

Recensione: 
Il titolo inganna. Come ho precisato nella presentazione schematica qui sopra, il libro in questione non contiene solamente il racconto Il libraio che imbrogliò l'Inghilterra ma anche Lo scrittore automaticoInfatti, in sole ottantacinque pagine, questo libricino offre al lettore ben due racconti brevi firmati dalla penna di Roald Dahl, lo scrittore per l'infanzia per eccellenza. 

Ecco, soffermiamoci su quest'ultimo dettaglio, perché io lasciandomi innocentemente ingannare dal nome sulla copertina mi aspettavo un bel racconto per bambini. Ammetto che non avendo mai letto un libro di Dahl e sapendo avesse scritto per l'infanzia, mi ero fatta un'idea un po' ingenua del suo stile narrativo. Questa aspettativa, naturalmente, è stata del tutto disattesa e mi sono trovata davanti un testo completamente diverso.

Questo non significa che il cambiamento di rotta non mi sia piaciuto, anzi. E' un periodo, ormai, che giro intorno ai grandi scrittori -vedi Proust- da lontano, avvicinandomi piano come uno squalo in attesa di mangiare la preda. Con Dahl il discorso calza a pennello: se si considerano gli scritti più noti, questi due racconti sono quasi del tutto ignoti al pubblico medio e allo stesso tempo sono un modo ottimo per iniziare a leggere Dahl, soprattutto da adulti.

Il primo racconto ha come protagonista un libraio e la sua donna, i quali hanno messo su un'attività truffaldina ai danni di ignari collezionisti di libri antichi. Ignari nel senso che non sanno nemmeno di essere collezionisti. Mr. Buggage e Miss Tottle vanno fieri della loro attività al punto da fare un grosso sbaglio che costerà loro molto caro. 

Il secondo racconto risulta un po' più fantasioso: Adolph Knipe, un inventore e aspirante scrittore, decide che è ora di cambiare la sua monotona vita, durante la quale si è visto rifiutare le proprie creazioni dalle riviste letterarie. Inventa, così,  una strana macchina crea-storie che solo inizialmente frutterà a lui e al suo capo, Mr. Bohlen, fama e soldi. 

Entrambi i racconti giocano con l'imbroglio e la truffa, un tema centrale che si collega al fallimento. Infatti, le storie si assomigliano molto da questo punto di vista, anche se la seconda a mio avviso ha una resa migliore. Trama e svolgimento di Lo scrittore automatico mi sono piaciuti molto di più di quelli del primo racconto. 

La sorpresa che ho provato durante la lettura è stata sicuramente data dal fatto che entrambe le storie sono costruite nel e per il mondo degli adulti. Dahl mostra impietosamente i vizi della società e dell'individuo che, per ribellarsi ad essa, ne diventa la copia peggiore. Il pensiero che ritorna più volte durante la lettura è la convinzione che si possa raggiungere un risultato fuori dall'ordinario, migliore del presente, con facilità e inganno. Il paradosso creato dall'autore è perfetto nel caso del secondo racconto: come si può pensare di creare con l'inganno qualcosa di emotivo e personale come la scrittura

Io ci vedo una piccola frecciatina al mondo editoriale e culturale e nonostante le storie siano state scritte tra gli anni '50 e '80, sono molto più attuali di quanto si pensi. 

La critica non rimane sterile, però, perché porta a riflettere su un altro tema molto importante anche al giorno d'oggi: quale valore hanno i libri? Per Mr. Buggage e Miss Tottle è pari allo zero, essi sono solamente una merce, un mezzo attraverso il quale arricchirsi sulle spalle degli altri. Dahl sembra quasi suggerire che i libri sono un bene che va al di là della mercificazione e dell'arricchimento economico. 

Lo stile narrativo è particolare e inaspettato. L'autore osserva il mondo che crea senza alcuna pietà, rimanendone fuori, al contrario del narratore. Esso, infatti, sembra quasi un personaggio interno alla storia ma esterno ai fatti narrati, un terzo che racconta i fatti. 

I personaggi sono leggermente stereotipati e poco approfonditi nel primo racconto, al contrario del secondo nel quale Knipe mi è sembrato più delineato. 

Una lettura piacevole e particolare iniziata e finita tra il venerdì e la domenica. Ora non vedo l'ora di iniziare a leggere Matilda, un altro libro di questo autore e una delle mie storie preferite di quando ero bambina...!

Grazie per avermi letta, a presto!
Francesca, Le ore dentro ai libri.

sabato 19 agosto 2017

agosto 19, 2017

Lo spazio della vita: "Le ore" di Michael Cunningham + BLOGGIVERSARY GIVEAWAY

Autore: Michael Cunningham
Titolo: Le ore
Titolo originale: The Hours
Traduttore: Ivan Cotroneo
Edizione: Classici Contemporanei Bompiani, 2016
Tempo di lettura: 17 giugno - 23 luglio

Recensione:

Scrivere di questo libro non è facile. In realtà non lo è mai per nessun libro finché non si inizia a buttare giù qualche riga, ma in questo caso mi ritrovo un po' nella situazione di Jane Eyre della Brontë. Come si può parlare di un libro acclamato a livello internazionale e vincitore del Pulitzer Prize nel 1999?

Mi è capitato di leggere alcune recensioni in giro per il web e mi hanno trovata d'accordo quasi tutte. La paura, inizialmente, era proprio quella spiegata qualche riga sopra e leggere queste recensioni mi ha dato tranquillità nello scrivere. Di un libro, naturalmente, si può parlare in molti modi e diversi ne utilizzo io a seconda del libro che mi trovo in mano e soprattutto da ciò che mi ha suscitato.

Le ore di Michael Cunningham mi ha trasmesso svariate emozioni e una grande ammirazione nei confronti di questo nuovo autore di cui non avevo letto nulla in precedenza. E' stato un libro consigliato dal libraio con il cuore -grazie Luca!- e che ho acquistato nonostante la mia avversione verso le foto-copertine. Bisogna ammettere che la prima edizione Bompiani del libro è nettamente migliore dell'ultima, senza nulla togliere all'indiscutibile bellezza di Meryl Streep, Julianne Moore e Nicole Kidman. 

Il romanzo, che prende il nome dal titolo originario di Mrs Dalloway di Virginia Woolf, racconta momenti della vita di tre donne divise da spazio e tempo: Clarissa Vaughan, editor nella New York odierna; Laura Brown, casalinga californiana degli anni '50 e Virginia Woolf, la scrittrice inglese ritratta ad un passo dal suicidio nel 1941. Queste tre donne sono apparentemente legate solo da Mrs Dalloway, il libro che Virginia sta scrivendo, che Laura sta leggendo e che Clarissa vive ogni giorno grazie ai riferimenti del suo amico Richard sull'omonimia con la protagonista del romanzo. 

Legami con il libro della Woolf -scritto e pubblicato realmente nel 1925- esistono nella storia oltre alla sua presenza fisica. Cunningham, infatti, racconta esclusivamente una giornata particolare di ciascuna delle tre donne, eccezion fatta per il prologo in cui viene presentata con sensibilità e introspezione gli ultimi momenti di vita della scrittrice inglese. 

Con tali premesse, il ruolo della scrittura e lettura nel romanzo sono obbligatoriamente in rilievo. Da una parte l'autore descrive con accuratezza il rapporto conflittuale che Virginia ha con la penna, complicato ulteriormente dai continui mal di testa che le fanno quasi perdere il contatto con la realtà. 


"Decide, con apprensione, che ha finito per oggi. [...] Ha duecentocinquanta parole, più o meno. Diciamo che è abbastanza. Abbi fiducia che sarai di nuovo qui, in grado di riconoscerti, domani mattina."
La scrittura per Virginia è un legame forte con la realtà che la fa sentire viva e fa sì che si riconosca nei pochi momenti in cui riesce ad afferrare "quel fragile impulso", la scrittura del giorno. Ma anche la lettura gioca il suo importante ruolo con la vita: nel caso di Laura, l'atto innocente di prenotare una camera d'albergo un pomeriggio per dedicarsi proprio alla lettura di Mrs Dalloway, crea, oltre ad una riflessione meravigliosa sul "leggere", un distacco dalla realtà e un avvicinamento a sé stessi. Laura si sente al sicuro in quella stanza, "così lontana dalla sua vita" e da un mondo che intanto continua a vivere

Il rapporto che queste tre donne hanno con la realtà è sicuramente complicato, soprattutto perché questa implica dei cambiamenti che le tre protagoniste tendono a rifiutare. A mio avviso Clarissa, un animo gentile che fatica a trovare il marcio nel mondo, fa fatica ad accettare i cambiamenti avvenuti nella sua vita, tra cui avere un amico prima amante e ora malato di AIDS che a sua volta non accetta la propria condizione. La risoluzione, a fine giornata, esplode con un tentativo di staccarsi dall'ordinario che relega le tre donne in una condizione non confortevole, che non le rispecchia. 

La poesia nella scrittura di Cunningham si trova non solo quando si parla di lettura ma anche di vita e morte. L'autore gestisce con molta abilità il passaggio dal particolare all'universale e viceversa per creare, così, l'immagine di una morte di fronte alla cui bellezza non si può fare altro che arrendersi. Ciò che lega le tre protagoniste credo sia proprio questo continuo teatro di vita-morte che non per forza si realizza concretamente e che, forse, viene rappresentato dai fiori -ulteriore legame con Mrs Dalloway-. Virginia li contempla in uno dei miei passi preferiti: i nipotini dispongono la tomba di un uccellino morto, abbellendola con erba e rose.
"Il corpo del tordo è ancora lì. [...] Al mattino Leonard raccoglierà uccello ed erba e rose con uno straccio e butterà tutto via. Pensa a quanto più spazio occupi un essere in vita che in morte, a quanta dimensione illusoria sia contenuta nei gesti, nel movimento, nel respiro. Morti, ci riveliamo nelle nostre vere dimensioni, e sono dimensioni sorprendentemente modeste."
Clarissa compra dei fiori, simbolo per antonomasia di vita, per la festa di Richard, una figura che se non fisicamente morta lo è già di spirito, essendosi abbandonato con riluttanza e depressione ad una sorte che non rispecchia la sua realtà. 

Il filo che lega queste tre donne alla vita si tende e si allenta con molta facilità e mette in mostra anche l'eterna difficoltà ad accettare i cambiamenti. Anche il linguaggio nel corso del romanzo gioca il suo ruolo decisivo, soprattutto perché ogni parola in una riflessione è utilizzata con uno scopo preciso e segue passo passo il ragionamento del personaggio. Ciò denota sicuramente una grande abilità di osservazione e riflessione da parte dell'autore, che ammiro per questo, soprattutto perché eseguire tutto questo attraverso una terza persona che potrebbe rivelarsi asettica non credo sia compito facile. 


"Ama suo figlio così semplicemente, come fanno le madri - non ce l'ha con lui, non vuole andare via. Ama suo marito, ed è contenta di essere sposata. E' possibile (non è impossibile) che abbia varcato una linea invisibile: la linea che l'ha sempre separata da quello che avrebbe preferito sentire, da chi avrebbe preferito essere. Non è impossibile che sia stata soggetta a una sottile ma profonda trasformazione, qui, in cucina, in questo momento così ordinario."

L'ordinario si ripete in tutte e tre le storie ed è l'elemento di disturbo nella mente delle protagoniste. La ripetizione di azioni, pensieri, di vite vissute senza sapere di starle vivendo davvero porta inevitabilmente ad un collasso, che si presenterà in forme diverse per ciascuna. Non è detto, però, che questo crollo finale, descritto o introdotto magistralmente da Cunnigham, porti esclusivamente negatività nella vita delle tre donne.

Alla fine, il cambiamento avviene e non sempre con facilità, ma questo Laura, Clarissa e Virginia lo sanno fin troppo bene. Protagoniste lucide nella loro difficoltà di affrontare la realtà, persone impaurite da essa e allo stesso tempo guerriere in potenza per poterla affrontare. Tutte e tre sono, in conclusione, legate alla vita e forse abbastanza da capire, paradossalmente, di doverla abbandonare per vivere meglio.

Si è capito quanto questo libro mi abbia preso dalla prima all'ultima pagina, vero? Ho scritto forse più del dovuto, ma mi sono fatta prendere la mano e così succede quando qualcosa ci piace davvero. 

Spero di averti avvicinato a questo romanzo o di averti incuriosito a suo riguardo, soprattutto perché che tu abbia letto o no questo libro, ti faccio un regalo: 

in occasione dell'anniversario del blog 
indico ufficialmente un GIVEAWAY con in palio 
una copia di Le ore di Michael Cunningham!

Le modalità per partecipare a questo giveaway sono le seguenti:
  • Il giveaway inizia oggi, 19 agosto e termina il 31 agosto alle 23:59;
  • E' necessario per la partecipazione seguire il blog come lettore fisso e confermare la partecipazione con un commento sotto a questo post. Il modulo per iscriverti come lettore fisso puoi trovarlo nella barra laterale a scomparsa del blog;
  • Per avere un numero in più puoi mettere un "mi piace" alla pagina Facebook del blog o seguirmi sul profilo Instagram (in questo caso dovrai comunicarmi il nome utente). Il numero massimo di numeri che può avere un partecipante è DUE, compreso quello iniziale (sei liberissimo/a di seguirmi su Facebook e Instagram, ma sempre un solo numero ti verrà dato in più);
  • Nel commento bisogna specificare nickname (o nome) e numero di passi svolti per partecipare. Lo schema è il seguente: Nickname (o nome), lettore fisso + Instagram (nome utente)/Facebook (faccio un esempio in modo da non creare fraintendimenti: Tizio partecipa, si è aggiunto tra i lettori fissi del blog e ha messo mi piace alla pagina Facebook, perciò scriverà Tizio, Facebook). Ricordati che senza commento non potrò darti il numero!
  • L'estrazione verrà fatta il giorno dopo la fine del giveaway attraverso il sito Random.org e il vincitore verrà annunciato sia qui sul blog, che su Facebook e Instagram, perciò tenete d'occhio un po' tutto;
  • Il giveaway è aperto a livello nazionale sul territorio italiano e non è in alcun modo legato/sponsorizzato/amministrato dalla piattaforma di Blogger o dell'editore.

Buona fortuna!
(per qualsiasi chiarimento puoi commentare
questo post o contattarmi privatamente sui social)

Grazie per avermi letta, ci sentiamo presto,
Francesca, Le ore dentro ai libri.

giovedì 3 agosto 2017

agosto 03, 2017

#1 Year Bloggiversary: The Summer Reading List - Lista di lettura estiva


#1 Year Bloggiversary*:
Lista di lettura estiva

Buonasera e buon giovedì! E' un giorno strano per pubblicare un articolo, soprattutto se il suddetto è in ritardo -imbarazzante, oserei dire- rispetto alla tabella di marcia e di solito pubblico all'inizio o alla fine della settimana. Oggi colgo l'occasione per fare quattro chiacchiere libresche e festeggiare così il primo anno del blog. Questa non sarà l'unica occasione di festeggiamento, perché è in programma una sorpresa proprio qui sul blog, ma ogni cosa a suo tempo e dovrai pazientare qualche giorno prima di scoprire qualcosa in più. 

Perciò, in attesa di novità, buona lettura!




Pianificare la propria estate letteraria non è mai facile, soprattutto se i programmi non sono rimanere a casa con la propria libreria a portata di mano. Il dramma di ogni lettore è quanti libri portarsi in vacanza, quanto peseranno e, soprattutto, quali letture faranno parte della propria estate. Esistono anche i lettori normali che leggono un libro alla volta o anche chi decide che in vacanza leggerà solamente e-book, il che potrebbe ridurre drasticamente il lato tragico della faccenda.

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